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Ecco come l’Italia dovrebbe spendere i fondi europei dopo il 2020 – Il sole 24 ore

Sulla base della proposta della Commissione per il prossimo quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 del 2 maggio 2018 (COM(2018) 321), il presente allegato D espone le opinioni preliminari dei servizi della Commissione sui settori d’investimento prioritari e sulle condizioni quadro per l’attuazione efficace della politica di coesione 2021-2027. Questi settori d’investimento prioritari sono determinati in base al più ampio contesto dei rallentamenti degli investimenti, delle esigenze di investimento e delle disparità regionali valutati nella relazione. Il presente allegato costituisce la base per un dialogo tra l’Italia e i servizi della Commissione in vista della programmazione dei fondi della politica di coesione (Fondo europeo di sviluppo regionale e Fondo sociale europeo Plus).
Obiettivo 1: un’Europa più intelligente – trasformazione industriale intelligente e innovativa
La spesa per la ricerca e l’innovazione in Italia è significativamente al di sotto della media dell’UE e il paese è considerato un innovatore moderato. L’Italia dispone di un margine per promuovere la crescita della produttività rafforzando le capacità di ricerca e innovazione e la diffusione di tecnologie avanzate, in linea con le strategie nazionali e regionali di specializzazione intelligente. Vengono individuate le necessità di investimento altamente prioritarie (90) necessarie per affrontare la sfida sul piano tecnologico, economico e sociale, affrontando nel contempo le forti divergenze regionali, in particolare per:
● accrescere il numero e le dimensioni delle imprese innovative nei settori ad alta intensità di conoscenza con il maggiore potenziale di crescita;
● promuovere gli scambi di conoscenze tra gli organismi di ricerca e le imprese, specialmente le piccole e medie imprese innovative, in particolare attraverso partenariati collaborativi e formazioni;
● sostenere servizi innovativi per gli organismi di ricerca e le imprese che cooperano al fine di trasformare nuove idee in imprese innovative sostenibili dal punto di vista commerciale.
Data la mancanza di integrazione delle tecnologie digitali nell’economia e del basso livello di competenze digitali, sono necessari investimenti intesi a promuovere la digitalizzazione di cittadini, imprese ed amministrazioni pubbliche, in particolare per:
● aumentare le competenze digitali nelle piccole e medie imprese e l’adozione nelle stesse di soluzioni tecnologiche digitali, compresi il commercio elettronico, i pagamenti elettronici, i servizi di cloud computing, e anche l’Internet delle cose, la cibersicurezza e l’intelligenza artificiale;
● migliorare la diffusione dei servizi pubblici digitali sia per i cittadini che per le imprese, così come gli appalti elettronici, al fine di sostenere l’efficienza e la trasparenza delle pubbliche amministrazioni.

(90) L’intensità dell’esigenza degli investimenti è classificata in tre categorie in ordine decrescente: investimenti altamente prioritari, investimenti prioritari ed investimenti tout court.

ALLEGATO D – ORIENTAMENTI IN MATERIA DI INVESTIMENTI FINANZIATI DALLA POLITICA DI COESIONE 2021-2027 PER L’ITALIA
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Le piccole e medie imprese italiane ottengono risultati inferiori alla media dell’UE in termini di produttività e crescita. Sono pertanto necessari investimenti per migliorare la crescita e la competitività delle piccole e medie imprese, in particolare per:
● incentivare strategie che consentano di aumentare la crescita e la produttività attraverso la promozione dell’imprenditorialità, delle competenze manageriali e finanziarie, delle competenze relative alla transizione industriale (ad esempio, efficienza energetica ed economia circolare) e l’integrazione delle catene del valore;
● sostenere l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese per posizionarsi nelle catene globali del valore, anche attraverso l’adesione a reti di cooperazione e cluster interregionali;
● facilitare l’accesso ai finanziamenti e appianare le disparità regionali mediante l’uso bilanciato di sovvenzioni e strumenti finanziari nelle regioni meno sviluppate e un più ampio ricorso agli strumenti finanziari nelle regioni più sviluppate.
Obiettivo 2: un’Europa più verde e a basse emissioni di carbonio – transizione verso un’energia pulita ed equa, investimenti verdi e blu, economia circolare, adattamento ai cambiamenti climatici e prevenzione dei rischi
L’Italia ha ottenuto buoni risultati rispetto agli obiettivi 2020 in materia di clima ed energia. Tuttavia, la dissociazione della crescita economica dal consumo di energia è ancora marginale e i recenti progressi nel campo delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica sono modesti. Sono pertanto altamente prioritari investimenti per la promozione di interventi di efficienza energetica e investimenti prioritari a favore delle energie rinnovabili, in particolare per:
● promuovere l’efficienza energetica mediante la ristrutturazione degli alloggi sociali e degli edifici pubblici, dando priorità alle ristrutturazioni radicali, alle tecnologie innovative e alle prassi e agli standard più avanzati;
● promuovere le tecnologie rinnovabili innovative e meno mature, in particolare per il riscaldamento e il raffreddamento, negli edifici pubblici, nell’edilizia sociale e nei processi industriali nelle piccole e medie imprese;
● promuovere tecnologie come lo stoccaggio di energia per integrare più energia rinnovabile nel sistema e aumentare la flessibilità e l’ammodernamento della rete, anche accrescendo l’integrazione settoriale in ambito energetico.
A causa della sua conformazione geografica l’Italia è particolarmente vulnerabile alle minacce derivanti dai cambiamenti climatici, dagli eventi idrogeologici e dalle attività sismiche. Sono pertanto altamente prioritari investimenti intesi a promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi e la resilienza alle catastrofi, in particolare per:
● rafforzare misure di prevenzione e prontezza che aumentino la resilienza idrogeologica in un approccio integrato di bacino e dell’ecosistema, in linea con i piani regionali di gestione del
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rischio alluvioni;
● promuovere la resilienza sismica, concentrandosi sugli edifici pubblici, come le scuole e gli ospedali;
● realizzare infrastrutture verdi finalizzate al ripristino dell’ecosistema e all’adattamento climatico nelle aree urbane più vulnerabili ai cambiamenti climatici, alla perdita di biodiversità e all’inquinamento atmosferico.
La qualità della gestione delle acque e dei rifiuti a livello locale è molto eterogenea tra le varie regioni. Il livello delle infrazioni della normativa UE sulle acque è relativamente elevato nelle regioni meno sviluppate. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, nonostante alcuni miglioramenti, sono necessari maggiori sforzi per rispettare gli obiettivi di riciclaggio per il periodo successivo al 2020, in particolare nelle regioni meno sviluppate. Sono pertanto necessari investimenti per promuovere una gestione sostenibile delle acque e dei rifiuti e l’economia circolare, in particolare per:
● affrontare il problema dell’accesso all’acqua, del suo riutilizzo e trattamento, dell’acqua potabile e delle perdite di acqua nelle regioni meno sviluppate;
● sostenere la prevenzione, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti con infrastrutture adeguate, mirando alle azioni più in alto nella gerarchia dei rifiuti, come i sistemi di raccolta differenziata, nelle regioni meno sviluppate;
● sostenere le piccole e medie imprese nell’attuazione di soluzioni innovative in materia di economia circolare e di altre soluzioni in materia di economia verde.
Obiettivo 3: un’Europa più connessa – Mobilità, informazione regionale e connettività delle tecnologie della comunicazione
Per quanto riguarda la connettività ultraveloce a Internet (almeno 100 Mbit/s) l’Italia è ancora in ritardo rispetto alla media dell’UE. Al fine di migliorare la connettività digitale sono pertanto altamente prioritari investimenti per:
● realizzare reti a banda larga ad altissima capacità, a partire dalla realizzazione di reti infrastrutturali per l’accesso a Internet ultraveloce (almeno 100 Mbit/s) nelle aree bianche, anche con l’obiettivo di colmare il divario in tema di copertura della banda larga tra zone urbane e zone rurali.
Il sistema dei trasporti italiano dipende fortemente dal trasporto su strada. Il settore potrebbe contribuire maggiormente al conseguimento degli obiettivi in materia di cambiamenti climatici. Inoltre, la sezione italiana del corridoio scandinavo-mediterraneo, ammissibile ai finanziamenti del FESR nelle regioni meno sviluppate, è ancora incompleta. Al fine di sviluppare una rete transeuropea di trasporto sostenibile, resiliente al clima, intelligente, sicura e intermodale sono necessari investimenti nei seguenti settori:
● completamento della rete transeuropea di trasporto ferroviario, anche allineando le sezioni nazionali della rete agli standard UE (incluso il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario – ERTMS, l’interoperabilità e l’accessibilità per gli utenti a mobilità ridotta);
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● multimodalità: i) collegamenti ferrovia-mare ai principali porti della rete transeuropea per il trasporto merci; ii) collegamenti ferroviari/di trasporto pubblico agli aeroporti della rete transeuropea di trasporto passeggeri.
Per quanto riguarda le ferrovie regionali, che collegano le aree interne con i centri urbani e i nodi della rete transeuropea di trasporto, esiste un persistente divario infrastrutturale tra le regioni più sviluppate e quelle meno sviluppate, in termini di elettrificazione, doppio binario, sistemi di gestione del traffico e stazioni intermodali. Al fine di sviluppare una mobilità regionale sostenibile, resiliente al clima, intelligente e intermodale sono necessari investimenti nei seguenti settori:
● elettrificazione delle ferrovie regionali;
● miglioramento dei sistemi di gestione del traffico, eliminazione dei passaggi a livello non automatizzati e non controllati e miglioramento dell’accesso al trasporto ferroviario per le persone a mobilità ridotta;
● migliore accessibilità e migliore accesso ai centri urbani e alla rete di reti transeuropee di trasporto attraverso piattaforme intermodali (biciclette, car sharing, ecc.) nelle vicinanze delle stazioni ferroviarie regionali.
L’efficienza e la qualità del trasporto pubblico locale sono generalmente inferiori nelle regioni meno sviluppate, mentre alcuni centri urbani dell’Italia centro-settentrionale sono esposti alla congestione del traffico. Al fine di promuovere le azioni incluse nei piani di mobilità urbana sostenibile e consentire il passaggio dall’automobile privata a forme di mobilità più pulite, sono altamente prioritari investimenti al fine di:
● sostenere le piattaforme intermodali e promuovere forme di mobilità attiva e innovativa (come le biciclette);
● sostenere infrastrutture di trasporto pulite (ad esempio metropolitana, tram, metropolitana leggera);
● promuovere l’ampliamento dell’infrastruttura per la mobilità elettrica;
● promuovere soluzioni di trasporto intelligenti per migliorare l’uso delle infrastrutture e la qualità dei servizi.
Obiettivo 4: un’Europa più sociale – attuazione del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali
L’Italia si trova ad affrontare importanti sfide del mercato del lavoro, in particolare la partecipazione al mercato del lavoro delle donne e dei giovani, con un ampio divario territoriale. Sono pertanto altamente prioritari investimenti per migliorare l’accesso all’occupazione, modernizzare le istituzioni del mercato del lavoro e promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, tenendo conto delle disparità regionali, in particolare per:
● migliorare l’accesso al mercato del lavoro, in particolare per le donne, i giovani, i cittadini di
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paesi terzi, i disoccupati di lungo periodo e le persone inattive;
● migliorare la capacità delle istituzioni e dei servizi del mercato del lavoro e rafforzare la cooperazione con i datori di lavoro e gli istituti di istruzione e tra fornitori di servizi;
● promuovere politiche a favore dell’equilibrio tra vita professionale e vita privata, segnatamente l’accesso a servizi di assistenza a prezzi accessibili, un maggiore coinvolgimento degli uomini nei compiti di cura e il sostegno a modalità innovative di organizzazione del lavoro;
● combattere il lavoro sommerso e lo sfruttamento lavorativo (ad esempio, dei migranti nel settore agricolo).
Il sistema di istruzione e formazione è caratterizzato da ampie differenze regionali in termini di risultati dell’apprendimento e di infrastrutture e attrezzature scolastiche. Sono pertanto altamente prioritari investimenti al fine di migliorare la qualità, l’accessibilità, l’efficacia e la rilevanza per il mercato del lavoro dell’istruzione e della formazione e al fine di promuovere l’apprendimento permanente, in particolare per:
● contrastare l’abbandono scolastico e migliorare le competenze di base, con particolare attenzione alle zone con i tassi di abbandono più elevati;
● ampliare l’accesso all’istruzione terziaria, in particolare per gli studenti provenienti da contesti socioeconomici modesti, anche aumentando l’offerta di alloggi per gli studenti e ampliando il settore terziario non accademico per innalzare il livello di istruzione terziaria;
● garantire la qualità, l’accessibilità, l’inclusività, l’efficacia dei percorsi di istruzione e formazione e la loro rilevanza rispetto al mercato del lavoro, in particolare per le persone con disabilità e i gruppi svantaggiati, al fine di sostenere l’acquisizione delle competenze fondamentali, comprese le competenze digitali;
● modernizzare i sistemi di istruzione e formazione professionale, anche rafforzando l’apprendimento basato sul lavoro;
● garantire l’apprendimento permanente, il miglioramento delle competenze e la riqualificazione professionale per tutti, compresi gli adulti scarsamente qualificati, tenendo conto delle competenze digitali e di altre specifiche esigenze settoriali (ad esempio, la trasformazione industriale verde), mediante il riconoscimento dell’apprendimento precedente e una migliore capacità di anticipare i nuovi fabbisogni di competenze;
● migliorare le attrezzature e le infrastrutture per l’istruzione a tutti i livelli, in particolare nelle regioni meno sviluppate.
La percentuale di persone a rischio di povertà e di esclusione sociale e le disparità di reddito restano tra le più elevate dell’UE. Sono pertanto altamente prioritari investimenti al fine di potenziare l’inclusione attiva, promuovere l’integrazione socioeconomica delle persone a rischio di povertà o esclusione sociale, far fronte alla deprivazione materiale, migliorare l’accessibilità, l’efficacia e la resilienza dell’assistenza sanitaria e dell’assistenza a lungo
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termine per ridurre le disuguaglianze in materia di salute, in particolare al fine di:
● promuovere misure integrate e personalizzate di inclusione attiva per coinvolgere le persone a rischio di povertà o di esclusione sociale, compresi i minori e i lavoratori poveri;
● rafforzare i servizi sociali di elevata qualità, accessibili e a prezzi contenuti e le relative infrastrutture, compresi l’alloggio, l’assistenza all’infanzia, l’assistenza sanitaria e l’assistenza a lungo termine, tenendo conto delle disparità regionali e del divario tra aree rurali e aree urbane, anche nell’accesso a tecnologie innovative e a nuovi modelli di assistenza;
● migliorare l’accessibilità e l’adeguatezza dei sistemi di protezione sociale nonché la possibilità di una vita indipendente per tutti, comprese le persone con disabilità, attraverso lo sviluppo di servizi a livello di comunità e l’integrazione dei servizi sanitari, sociali e di assistenza a lungo termine;
● garantire la riqualificazione e il miglioramento delle competenze dei lavoratori che operano nella sanità, nell’assistenza a lungo termine e nei servizi sociali;
● promuovere l’integrazione socioeconomica dei cittadini di paesi terzi, garantendone nel contempo la protezione dalla violenza e dallo sfruttamento, e delle comunità emarginate, anche attraverso le infrastrutture abitative;
● affrontare la deprivazione materiale fornendo aiuti alimentari e assistenza materiale di base ai più indigenti.
Obiettivo 5: un’Europa più vicina ai cittadini attraverso la promozione dello sviluppo sostenibile e integrato delle zone urbane, rurali e costiere e delle iniziative locali
L’Italia ha un’ampia diversità geografica di “territori” (urbani, metropolitani, rurali, ma anche costieri, insulari, di montagna) con un elevato grado di complessità, potenziale e sfide. Le strategie territoriali devono essere attuate in sinergia con gli altri obiettivi politici, con il fine primario di promuovere lo sviluppo economico e sociale delle zone più colpite dalla povertà. Sono pertanto necessari investimenti a livello territoriale, in terminidi aree funzionali:
● le aree funzionali metropolitane devono affrontare le sfide legate alla povertà, causate anche dall’effetto “agglomerazione” e dalle tendenze demografiche;
● le aree urbane medie devono sviluppare modalità innovative di cooperazione per migliorare il loro potenziale economico, sociale e ambientale, tenendo conto dei gruppi più vulnerabili;
● le zone interne che si trovano ad affrontare le sfide demografiche e la povertà devono migliorare la qualità dei servizi di interesse generale.
Nel contesto delle strategie territoriali sono anche necessari investimenti per promuovere il patrimonio culturale e dare sostegno alle imprese nel settore culturale e creativo, con particolare attenzione ai sistemi di produzione locali e ai posti di lavoro radicati nel territorio,
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anche attraverso la cooperazione territoriale.
Fattori per un’attuazione efficace della politica di coesione
L’Italia è dotata di scarsa capacità amministrativa nella gestione dei fondi strutturali e d’investimento europei, che si riflette in un tasso di assorbimento di tali fondi inferiore alla media in alcune regioni e per alcuni programmi nazionali. Per migliorare l’amministrazione e l’attuazione dei fondi strutturali e d’investimento europei, è necessario:
● garantire la corretta attuazione dei piani di rafforzamento amministrativo basati sull’esperienza del periodo 2014-20;
● rafforzare i partenariati e le politiche dal basso, con una maggiore partecipazione delle città, degli altri enti locali e dei partner economici e sociali al fine di garantire un’attuazione tempestiva ed efficace delle strategie territoriali e urbane integrate;
● rafforzare la capacità delle parti sociali e la loro partecipazione al conseguimento degli obiettivi politici;
● aumentare la capacità amministrativa dei beneficiari di preparare e attuare progetti, in particolare a livello locale;
● migliorare l’elaborazione dei progetti infrastrutturali principali in termini sia di qualità che di tempistica, in particolare i progetti ferroviari della rete nazionale nelle regioni meno sviluppate;
● tenere conto degli insegnamenti tratti in Piemonte durante l’attuazione del progetto pilota della Commissione sulla transizione industriale, in particolare per quanto riguarda l’impatto delle nuove tecnologie, la decarbonizzazione e la promozione della crescita inclusiva;
● rafforzare le misure volte a prevenire e a combattere i conflitti di interessi, la frode e la corruzione;
● migliorare la performance degli appalti pubblici, in particolare per quanto riguarda il numero di stazioni appaltanti, la loro capacità professionale, la loro capacità di integrare gli aspetti relativi alla sostenibilità e all’innovazione nelle procedure d’appalto, le aggiudicazioni uniche, la semplificazione delle procedure, la velocità delle decisioni, le piccole e medie imprese contraenti, e la capacità delle autorità di effettuare verifiche efficaci;
● ricorrere in modo più ampio agli strumenti finanziari e contribuire maggiormente a un comparto per l’Italia nell’ambito di InvestEU per tutte le attività che generano entrate e riducono i costi.

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