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Politica di Coesione post 2027. Il confronto su nuove priorità e norme più flessibili

Durante la sessione plenaria del Comitato europeo delle regioni (CdR), il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Raffaele Fitto, ha presentato le proposte di revisione intermedia della politica di coesione. I membri del CdR hanno accolto con favore l’iniziativa, riconoscendo la necessità di sostenere le regioni dell’UE che affrontano priorità esistenti e nuove, come la crisi abitativa e la resilienza idrica. Tuttavia, sono state espresse preoccupazioni riguardo ai possibili oneri amministrativi aggiuntivi causati dalla riprogrammazione e al rischio di deviare dagli obiettivi a lungo termine della politica di coesione.

I leader locali e regionali hanno inoltre ribadito la loro opposizione a qualsiasi tentativo di centralizzare la politica di coesione.

Poco dopo la presentazione ufficiale davanti al Parlamento europeo fatta due giorni fa, il 3 aprile il vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto ha presentato ai leader locali e regionali dell’UE le principali proposte incluse nella revisione intermedia dei programmi della politica di coesione. I membri del CdR hanno accolto con favore l’apertura al dialogo del commissario e il suo impegno a rispettare i principi fondamentali della politica di coesione, quali l’approccio basato sul territorio, il principio di partenariato e la governance multilivello. Lo scambio odierno dà il via ai lavori del CdR per valutare e migliorare le proposte, che danno la possibilità, su base volontaria, di riorientare le risorse della politica di coesione verso 5 priorità: competitività, difesa, alloggi a prezzi accessibili, resilienza idrica e transizione energetica.  

Mantenere la politica di coesione come strumento di investimento a lungo termine

Il dibattito ha messo in luce l’apprezzamento dei membri per la possibilità di riorientare gli investimenti verso l’edilizia abitativa, la resilienza idrica e la sicurezza. Tuttavia, hanno avvertito che ciò non deve compromettere la natura della politica di coesione, che è incentrata sugli investimenti a lungo termine. Alcuni membri hanno sottolineato che l’esercizio di riprogrammazione può comportare oneri amministrativi e complessità, mentre la stabilità e la prevedibilità normative sono essenziali per un’attuazione rapida ed efficace della politica di coesione. Sono stati espressi dubbi sul potenziale impatto sulle disparità territoriali che potrebbe derivare dall’apertura dei finanziamenti della politica di coesione alle grandi imprese. Durante il dibattito è stato sottolineato che l’attenzione principale dovrebbe essere mantenuta sul sostegno alle PMI. Inoltre, sono state espresse preoccupazioni riguardo a un possibile effetto collaterale del tasso di finanziamento dell’UE del 100% sulle priorità politiche già programmate.

Dichiarazioni

Kata Tüttő, Presidente del Comitato europeo delle regioni: “La flessibilità messa sul tavolo è un’opportunità. Dobbiamo guardare a questa proposta con gli occhiali di un ottimista. Vedo la crisi abitativa e altre priorità cruciali come la resilienza idrica ed energetica, la preparazione alle crisi. Sappiamo che il diavolo è nei dettagli, ma ora spetta alle regioni e alle città decidere di sfruttare o meno questa opportunità. Ciò include anche avere la libertà di non modificare gli attuali piani di investimento se sono buoni ed efficaci. Ma coloro che hanno bisogno fare adattamenti e utilizzare la flessibilità, ora sono supportati nel farlo”. 

Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione europea: “La proposta mira a garantire che la politica di coesione rimanga non solo efficace, ma anche adeguata alle sfide senza precedenti e alle realtà sul terreno. Stiamo dando agli Stati membri e alle regioni l’opportunità di spendere in nuovi settori specifici. Si tratta di una scelta volontaria e mi impegno a difendere i principi fondamentali della politica di coesione, che rimarrà una componente fondamentale del bilancio a lungo termine dell’UE dopo il 2027. Siamo il ‘Team Coesione’ e dobbiamo unire le forze per modernizzare la politica di coesione, insieme”.

Alberto Cirio (IT/EPP), Presidente della Regione Piemonte e capo della delegazione italiana al CdR: “È importante sottolineare che la proposta della Commissione europea è basata sulla volontarietà. In quanto leader regionali, chiediamo sempre di poterci assumere responsabilità, e questo significa saper decidere. Potremo quindi decidere se aderire o meno a questa proposta. La Commissione ci dà un ventaglio di priorità, che trovo positivo, perché affronta la tematica della sicurezza in generale: economica, dal punto di vista della difesa, sicurezza abitativa e, infine, idrogeologica”.

Luca Menesini (IT/PES), Presidente del gruppo PES al CdR e consigliere provinciale di Lucca: “Non possiamo lasciare che sia la Commissione europea a dettare il modo in cui utilizziamo i fondi della coesione a livello locale. La politica di coesione non può essere sempre il salvadanaio per risolvere ogni crisi che si presenta a livello europeo. Siamo davvero in grado di sottrarre denaro a territori in difficoltà, alle politiche sociali, o agli asili nido, per finanziare carri armati? Se non si vogliono creare nuove diseguglianze territoriali, servono nuove risorse a livello europeo. È ora di dare fiducia alle autorità locali e regionali che conoscono meglio le loro comunità. Diamo loro la possibilità di innovare e adattarsi, non di essere mere spettatrici di cambiamenti imposti dall’alto. E diamo all’Europa la prospettiva di essere un attore capace di dare ai cittadini la sicurezza che chiedono”.

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