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Quale ruolo per le Città nelle Politiche Europee per lo Sviluppo Urbano nel post 2020?

Nel corso degli ultimi anni la città è tornata in modo dirompente al centro dell’attenzione delle politiche nazionali ed europee, con una nuova vitalità progettuale che investe non solo la città fisica, ma soprattutto il campo delle strategie e delle politiche per lo sviluppo urbano. Del resto il concetto di riqualificazione urbana ha, per definizione, una natura “multidimensionale” ovvero, si configura come un progetto sociale ed economico, ancora prima che disciplinare, che deve tener assieme una pluralità di dimensioni: insediative (ristrutturazione urbana, infill, nuove funzioni, welfare materiale); energetiche (standard, materiali); ambientali (spazi aperti, connessione con reti e sistemi ecologici); economiche (nuove attività, imprenditorialità giovanile); sociali (coesione, integrazione multietnica); istituzionali (partecipazione, presidio, agenzie di sviluppo).

 

 

Ad una stagione di evidente difficoltà di funzionamento delle attività economiche diffuse (commercio, artigianato, servizi, turismo, cultura, ecc.) si accompagna, in molte città, un diverso dinamismo nella costruzione di programmi di riqualificazione urbana e nella formulazione di progetti di rilancio politico ed economico delle città, arricchiti, soprattutto, delle più recenti istanze di carattere solidale, ecologico e sostenibile.

Le città sono considerate al contempo causa e soluzione delle difficoltà di natura economica, ambientale e sociale di oggi. Le aree urbane d’Europa ospitano oltre due terzi della popolazione dell’UE, utilizzano circa l’80% delle risorse energetiche e generano fino all’85% del PIL europeo. Veri e propri motori dell’economia europea, queste aree fungono da catalizzatori per la creatività e l’innovazione in tutta l’Unione, ma sono anche i luoghi in cui vari problemi persistenti, quali ad esempio disoccupazione, segregazione e povertà, raggiungono i livelli più allarmanti. Le politiche urbane assumono in quest’ottica un’importanza transfrontaliera, ragion per cui lo sviluppo urbano riveste un ruolo di primo piano nella politica regionale dell’UE e sono, ancora una volta, al centro delle strategie della Commissione che ha previsto, nella nuova Programmazione FESR 2021-2027, un sostegno specifico riservato alle città e allo sviluppo urbano.

 

Dalla lettura delle proposte di regolamento della Commissione e dalle richieste di emendamento del Parlamento Europeo risulta evidente la volontà di rafforzare l’agenda urbana, attraverso lo Sviluppo Urbano Sostenibile.

Gli 11 obiettivi tematici del periodo 2014-2020 saranno sostituiti da cinque più ampi obiettivi, uno dei quali, l’Obiettivo Strategico 5, dedicato ad un’Europa più vicina ai cittadini attraverso la promozione dello sviluppo sostenibile e integrato delle zone urbane, rurali e costiere e delle iniziative locali.

L’Allegato D al Country report sull’Italia delinea le priorità di investimento che l’Italia è chiamata ad affrontare e su cui, secondo i tecnici della Commissione UE. In particolare, sui temi dello sviluppo urbano, vista l’ampia diversità geografica che contraddistingue l’Italia, si ritengono necessarie “strategie territoriali attuate in sinergia con gli altri obiettivi politici, con il fine primario di promuovere lo sviluppo economico e sociale delle zone più colpite dalla povertà”. In ambito territoriale, si sottolinea anche la necessità di investire sul patrimonio culturale e di sostenere le imprese che operano nel settore.

CO2 emissions from city building in the early morning light produced by private heating and apartments. Panoramic view of urban landscapes

In base alle indicazioni della proposta di Regolamento recante disposizioni comuni COM (2018) 375 del 29/5/2018:

  • viene confermata la previsione di una riserva nell’allocazione delle risorse del FESR per le strategie di sviluppo territoriale integrate (si veda l’art. 9 della Proposta)
  • viene chiarito l’approccio generale alle “strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo” (si vedano gli articoli 22 e 23 della Proposta).

In merito a quest’ultimo punto corre l’obbligo di fare qualche riflessione. Il termine partecipazione è ricorrente nella regolamentazione, si estende lungo l’intero processo-percorso, dall’elaborazione del piano strategico alla sua attuazione alle diverse scale. Ottenere una partecipazione reale ed efficace non è semplice. La partecipazione va finalizzata, organizzata, ma soprattutto resa credibile. I processi partecipativi degli ultimi anni si sono spesso svuotati di senso e contenuti, perché più tesi all’acquisizione del consenso che a un reale ascolto; non c’era una reale disponibilità a mettere in discussione decisioni di fatto già prese.

La partecipazione va motivata sulla base del fatto che non ci sono soluzioni preconfezionate, che il processo partecipativo serve sia a orientare il piano che a generare ed esaminare alternative lungo il percorso di elaborazione e attuazione e che le decisioni terranno effettivamente conto degli esiti della partecipazione (indipendentemente dal fatto che questa sia deliberativa o meno).

È necessario quindi organizzare un sistema integrato di partecipazione, che raggiunga e coinvolga lungo l’intero processo decisionale, sia pure con forme e in momenti che possono essere diversi, tutti gli attori potenzialmente interessati o rappresentativi.

Intesa in questo modo, la partecipazione diventa parte integrante di ogni piano ed è un elemento strutturale di costruzione e verifica dei suoi contenuti, rispondendo appieno alle aspettative comunitarie.

Guardando, infine, agli elementi innovativi delle strategie di Sviluppo Urbano Sostenibile post 2020 è possibile sintetizzarli nei punti di seguito riportati:

  • l’art. 7 del Reg. (UE) 1301/2013 sul FESR in merito alle Strategie di Sviluppo Urbano Sostenibile disponeva che ciascuno Stato Membro stabilisse nel proprio Accordo di Partenariato i principi per la selezione delle aree urbane in cui devono essere realizzate le azioni integrate. Questa disposizione viene sostanzialmente confermata dalla Proposta post 2020, ma è stata poi puntualizzata meglio dalle richieste di emendamento del Parlamento. L’organo legislativo di Bruxelles, infatti, ha invitato a concentrare gli interventi su “aree urbane funzionali”. In questo modo il Parlamento sostiene, indirettamente, anche la richiesta generalizzata di formulare, nell’ambito delle strategie per le aree urbane, interventi che migliorino le relazioni fra aree urbane e aree sub-urbane e rurali.

In altri termini, lavorare su “aree funzionali” significa andare oltre i confini amministrativi dei vari territori e considerare meglio i legami “funzionali” – a livello socio-economico e di sistemi di mobilità;

  • l’art. 22 della proposta di Regolamento recante disposizioni comuni esplicita che gli Stati possono implementare lo sviluppo territoriale integrato attraverso:
  • Interventi Territoriali Integrati (ITI);
  • Community Led Local Development (CLLD);
  • un altro strumento territoriale (fra quelli già sperimentati da ciascun Stato Membro) per sostenere l’Obiettivo Strategico 5 “un’Europa più vicina ai cittadini”.
  • il testo di compromesso approvato dalla plenaria del Parlamento Europeo del 13 febbraio scorso, oltre a confermare questi strumenti, richiede di attivare nuovamente due opzioni già disponibili nella Programmazione in corso per l’attuazione degli interventi nelle aree urbane, ossia: un Programma dedicato; un asse prioritario specifico nell’ambito dei Programmi operativi;
  • un elemento di novità è rappresentato dall’introduzione di una Iniziativa Urbana Europea (art. 10 della proposta del nuovo Regolamento FESR) che riunirà, de facto, le varie iniziative dell’UE a sostegno dell’agenda urbana. Di conseguenza, sarà una iniziativa in parte a gestione centralizzata e in parte a gestione condivisa, che includerà UIA (Urban Innovative Action), il Programma di Cooperazione URBACT, l’Urban Development Network. Su questa iniziativa la Commissione ha anche pubblicato nel marzo 2019 un documento esplicativo.

Questi argomenti saranno tutti al centro del dibattito del prossimo Cities Forum organizzato dalla DG Regio e che si svolgerà a Porto il 30-31 gennaio 2020.

 

Nella tabella che segue si riepilogano i riferimenti normativi dell’attuale e della prossima Programmazione.

E’ indubbio che le città continueranno ad essere protagoniste della nuova programmazione 2021-2027, ma occorre attendere ulteriormente le evoluzioni del negoziato per conoscere quelli che saranno i dettagli attuativi. Nel frattempo, le città devono avviare il prima possibile le riflessioni sulle strategie urbane di tipo integrato e il confronto con la cittadinanza per garantirne una affettiva partecipazione.

 

LINK UTILI

https://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/brochure/explanatory_memo_eui_post_2020_en.pdf

https://ec.europa.eu/regional_policy/en/conferences/cities_forum_pt/

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