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Basket Bond e Pmi in Campania: uno sguardo alla finanza locale futura ?

Dallo scorso 6 maggio le PMI campane possono presentare nuovamente manifestazione di interesse a Sviluppo Campania per accedere allo strumento finanziario dei Basket Bond.

Le PMI devono avere una sede operativa in Campania ed essere in possesso di un Rating valido rilasciato da una Agenzia ECAI, almeno pari a BB- sulla scala Standard & Poor’s, alternativamente le PMI possono, in presenza di tre bilanci approvati, dimostrare, attraverso una serie di indicatori, la presenza di una struttura economica patrimoniale e finanziaria idonea a garantire l’emissione.

I Basket Bond rientrano nell’ambito degli strumenti finanziari attivati dalla Regione Campania con Delibera di Giunta 477 del 24.07.2018, che ha destinato, tra l’altro, 40 Milioni di euro a valere su risorse POR FESR 2014-2020, Azione 3.6.1, Ob. 3. 6 all’emissione multipla di Minibond costituiti in portafoglio “Basket Bond”, assistite da garanzie “Garanzia Campania Bond”.

I minibond rappresentano, quindi, una forma di finanziamento alternativa e complementare al credito bancario per diversificare le fonti e accedere al mercato competitivo degli investitori professionali, in preparazione a successive operazioni più complesse come possono essere il private equity o la quotazione in Borsa; le imprese misurandosi con queste forme di agevolazioni, lontane dalle logiche talvolta fuorvianti dei contributi a fondo perduto, si misurano anche con nuove sfide manageriali dandosi forme organizzative più articolate e confrontandosi con mercati finanziari storicamente lontani dalle nostre latitudini. Allo stesso tempo anche i professionisti che accompagnano le imprese si confrontano su tematiche innovative; il tutto determina senza alcun dubbio un innalzamento della competitività complessiva dei nostri territori, che, come dimostrano i numeri rappresentano, oggi un’eccellenza nello scenario nazionale. L’apertura del 6 maggio rappresenta, infatti, una seconda finestra rispetto ad un primo avviso dell’agosto del 2019 che ha portato all’emissione da parte di 54 imprese di Bond per 119,1 milioni di euro. Il successo della prima finestra è stato sancito dai dati forniti dall’Osservatorio Minibond della School of Management del Politecnico di Milano che ricorda che il 2020 sarà ricordato nell’industria dei minibond per una vera e propria sorpresa: in testa per numero di emittenti (43, contro le 13 del 2019) troviamo la Campania, che supera Lombardia (36) e Veneto (29), tradizionalmente le regioni più attive, in virtù del progetto Garanzia Campania Bond.

Il successo è legato ai numerosi vantaggi che si associano alle emissioni di mini bond che permettono di ottenere liquidità:

  • a condizioni migliori rispetto a quelle che tradizionalmente vengono offerte dal mercato bancario o da emissioni individuali di Minibond;
  • senza dover concedere alcuna garanzia reale;
  • a condizioni economiche competitive per effetto della garanzia pubblica e della natura di portafoglio dell’operazione che riduce il rischio per gli investitori.

Nello specifico, da un punto di vista operativo, Sviluppo Campania S.p.A. a cui la Regione Campania ha affidato l’attuazione dello strumento, ha individuato, quale coordinatore finanziario del processo di emissione di Minibond il Raggruppamento Temporaneo di Imprese (“Arranger”) costituito tra Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale S.p.A., Banca Finanziaria Internazionale S.p.A., già FISG S.r.l.

L’operazione prevede l’emissione di Minibond, sottoscritti da una società veicolo costituita ai sensi della legge 130/1999 (“SPV”), che si finanzia a sua volta mediante l’emissione di Note asset-backed. Cassa Depositi e Prestiti e Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale agiscono come Investitori sottoscrivendo pariteticamente le note. Sviluppo Campania costituisce un plafond di Cash Collateral a garanzia pari al 25% dell’importo complessivo del portafoglio di Minibond dell’emissione.

Nonostante l’innovatività dell’operazione oltre 120 imprese si sono candidate, e una grande selezione ha portato all’’emissione di Bond di un importo medio 2,1 mln di euro (da un minimino di 0,55 mln ad un massimo di 4,5 mln) per 54 imprese in sette slot. La dimensione media del bond rappresenta un ulteriore successo avendo avvicinato anche le imprese più piccole allo strumento. Ad oggi, il settore maggiormente rappresentato nel portafoglio è il manifatturiero (22% del portafoglio, 11 emittenti), seguito dall’agroalimentare (14% del portafoglio, 9 emittenti) e dal digitale/software (10% del portafoglio, 6 emittenti). Sotto il profilo geografico gli emittenti, tutti con sede operativa in Campania, operano in maggioranza nelle province di Napoli (49% del portafoglio, 26 emittenti) e di Salerno (27% del portafoglio, 14 emittenti).

La scadenza del bond è di circa 7 anni per tutti i bond e la vita media di circa 4 anni; gli emittenti, inoltre, sono tutti dotati di rating (da BB- a A- su scala S&P o equivalente) e la cedola media sul bond, funzione del rischio misurato dal rating, è circa 2,1% (da un minimino di 1,4% ad un massimo di 2,9%): il Professor Mustilli, Presidente di Sviluppo Campania, ha tenuto a sottolineare che la presenza di una garanzia pubblica ha permesso alle imprese un risparmio, in funzione del rating, in termini di tasso medio della cedola fra il 40% e il 53%.

Questa fruttuosa sinergia pubblico privata trova fondamento normativo nel Titolo IV del Regolamento (UE) N. 1303/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013, che definisce le modalità di gestione degli strumenti finanziari, strumenti che sono definiti nel Regolamento Finanziario (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012, di recente modificato con il Regolamento UE n.1046/2020, come misure di sostegno finanziario dell’Unione che possono assumere la forma di investimenti azionari o quasi-azionari, prestiti o garanzie, o altri strumenti di condivisione del rischio, e possono, se del caso, essere associati a sovvenzioni.

All’articolo 37 del Regolamento 1303 è, infatti, riportato che “I fondi SIE possono intervenire per sostenere strumenti finanziari”, essi sono attuati per sostenere infatti, che seppure finanziariamente sostenibili non trovino copertura sufficiente in fonti di mercato.

Gli strumenti finanziari nascono quindi, per rispondere all’incapacità del mercato creditizio ordinario di sostenere operazioni finanziarie che siano comunque sostenibili. Infatti, l’attuazione degli strumenti finanziari, nella programmazione 2014-2020, deve essere sempre stata preceduta da una valutazione Ex ante (VExA) che fornisca evidenze sui fallimenti del mercato o condizioni di investimento subottimali.

Orbene, l’efficacia dello strumento registrato e il know how maturato, spingono la Regione Campania a seguire con estrema attenzione il confronto in corso, in sede comunitaria, circa gli orientamenti previsti nella nuova programmazione 2021-2027 al fine di poter rinnovare, nella nuova programmazione e in tempi brevi, la positiva esperienza dei Bond.

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