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Coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione Europea, pubblicata l’ottava relazione

Ogni 3 anni la Commissione Europea pubblica una relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale dell’UE in cui si presentano i progressi compiuti e il ruolo dell’UE come motore per lo sviluppo regionale. Nella relazione si analizza l’evoluzione della coesione nell’UE in base ad una serie di indicatori, tra cui, la prosperità, l’occupazione, i livelli di istruzione, l’accessibilità e la governance.

Basandosi su analisi e cifre, la relazione offre una panoramica dello stato e dell’evoluzione dello sviluppo delle regioni dell’UE e delle sfide che stanno affrontando. Si valuta, inoltre, se sono diminuite le disparità tra le regioni, quali sono le regioni più all’avanguardia e quali devono compiere passi avanti, ad esempio, in termini di innovazione, occupazione o capacità istituzionale, qual è la posizione delle regioni riguardo alla transizione verde e digitale e quali regioni hanno bisogno di ulteriore sostegno. Una fotografia più chiara di quanto è stato conseguito e di quanto ancora rimane da fare nel periodo di programmazione 2021-2027 indirizzerà le strategie e gli investimenti dell’UE per aiutare le regioni a conseguire una crescita equilibrata a lungo termine.

La relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale dell’unione, presentata lo scorso 8 febbraio, mostra che la politica di coesione ha contribuito a ridurre le disparità territoriali e sociali tra le regioni dell’UE. Grazie ai finanziamenti della politica di coesione si stima che entro il 2023 il PIL pro capite delle regioni meno sviluppate possa subire un incremento fino al 2,6%. Gli investimenti realizzati con il contributo della politica di coesione hanno favorito una diminuzione del 3,5% del divario tra il PIL pro capite del 10% delle regioni meno sviluppate e il PIL pro capite del 10% delle regioni più sviluppate.

Dalla relazione emerge che, attraverso le misure di flessibilità introdotte per contrastare la crisi sanitaria da COVID -19, la politica di coesione ha assicurato un pronto sostegno indispensabile agli Stati Membri. I nuovi programmi della politica di coesione per il periodo 2021-2027 dovranno agire in continuità e dovranno essere attuati in stretto coordinamento con il pacchetto NextGenerationEU. Di seguito, in sintesi alcuni dei principali risultati messi in luce nella relazione:

  • La politica di coesione è diventata la fonte più importante di investimenti. Dal periodo di programmazione 2007-2013 al periodo di programmazione 2014-2020 i finanziamenti del fondo di coesione sono aumentati dall’equivalente del 34% degli investimenti pubblici totali, al 52%.
  • Dal 2001 le regioni meno sviluppate dell’Europa orientale hanno iniziato a rimettersi al passo con il resto dell’UE. Tuttavia, allo stesso tempo numerose regioni tra quelle a reddito medio e meno sviluppate, in particolare nell’Europa meridionale e sudoccidentale, hanno attraversato lunghi periodi di stagnazione o di declino economico.
  • La convergenza tra gli Stati membri è cresciuta più velocemente, ma sono aumentate le disparità regionali interne agli Stati membri in rapida crescita. Inoltre, anche se significativi miglioramenti si sono registrati in termini di inclusione sociale e lavorativa, molti paesi tra cui anche l’Italia, si trovano a fronteggiare ancora problemi di natura strutturale.
  • L’occupazione è in crescita, ma le disparità regionali restano più marcate rispetto a prima del 2008. La riduzione delle disparità potrà essere garantita solo con l’incremento dell’occupazione e con la riduzione delle disparità di genere (ciò è ancora più urgente nelle regioni meno sviluppate dove la differenza del tasso di occupazione in molti casi è il doppio rispetto alle regioni più sviluppate).
  • Il numero di persone a rischio di povertà ed esclusione sociale si è attestato sui 17 milioni tra il 2012 e il 2019. Tuttavia, il trend positivo è stato bruscamente interrotto dalla pandemia (5 milioni di nuovi poveri nel 2020) e occorre ritornare velocemente all’andamento pre-pandemia per raggiungere il target EU al 2030 di riduzione del numero di persone a rischio povertà.
  • Il divario regionale in termini di innovazione in Europa è aumentato a causa della mancanza di investimenti in ricerca e sviluppo e delle debolezze degli ecosistemi di innovazione regionali nelle regioni meno sviluppate, le competenze non sono distribuite in modo uniforme ma sono concentrate nelle regioni più sviluppate. Il rapporto sottolinea l’importanza di garantire un adeguato supporto all’imprenditorialità attraverso la formazione, e la creazione di nuove competenze adatte ai contesti locali.

Il raggiungimento degli obiettivi a lungo termine della politica di coesione richiede, senza ulteriori indugi, che ci si doti di una rinnovata strumentazione e nuove metodologie di intervento quali, in via esemplificativa: il rafforzamento delle politiche territoriali (place based policies) e la loro integrazione, tale approccio deve opportunamente guidare la transizione verde e digitale allo scopo di non creare ulteriori divari; una maggiore semplificazione amministrativa (sulla scorta di quanto già fatto per il ciclo di programmazione 2021 – 2027) con l’individuazione di ulteriori elementi di facilitazione per i beneficiari, il miglioramento delle pratiche di governance multilivello e di partenariato; il miglioramento degli investimenti sulle “persone” in quanto un’Europa competitiva e coesa richiede di investire di più e meglio nell’istruzione e nella formazione delle persone durante tutta loro vita, comprese le loro capacità e creatività nella creazione di impresa e nell’innovazione; il miglioramento della complementarietà della Politica di Coesione con le altre politiche europee ed il coordinamento con il Recovery and Resilience Facility.

L’8a relazione sulla sulla coesione economica, sociale e territoriale dell’UE alimenterà le discussioni del prossimo forum sulla coesione (17-18 marzo), nel quale si riuniranno i rappresentanti delle istituzioni dell’UE, delle autorità nazionali, regionali e locali provenienti da tutti gli Stati membri, delle parti economiche e sociali, delle organizzazioni non governative e del mondo accademico. Nel forum si discuterà come la politica di coesione possa garantire che nessuna regione sia lasciata indietro a causa dei cambiamenti strutturali in corso e del modo in cui tutte le regioni possano beneficiare delle transizioni verde e digitale.

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