Il concetto di resilienza indica la “capacità di un sistema, comunità o società esposta a rischi di resistere, assorbire, adattarsi e riprendersi dagli effetti dovuti a tali rischi in modo tempestivo ed efficiente, anche attraverso la conservazione e ripristino delle sue strutture e funzioni di base essenziali” (UNDRR 2021).
Le città e le regioni ricoprono un ruolo determinante nella resilienza, in quanto essendo esposte a rischi di crisi e shock ambientali, possono reagire investendo in infrastrutture resilienti, supportando le imprese e le fasce della popolazione più colpite dalla crisi economica, collaborando con gli altri livelli di governo (OCSE 2021).
Gli Enti locali hanno competenze chiave nei settori di policy che riguardano gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). Si stima che essi possano raggiungere il 65% dei 169 target dell’Agenda 2030. Pertanto, il 60% delle risorse del PNRR italiano ricadranno nel perimetro cittadino.
Il Green Deal declinato a livello urbano mostra che 4 delle 6 missioni del PNRR, che quotano oltre 191 mld di euro, toccano le città: Digitalizzazione, Rivoluzione verde e Transizione digitale, Infrastrutture per la mobilità, inclusione e coesione. Essi trovano attuazione attraverso progetti ed azioni nei settori delle comunicazioni, dell’energia, dei trasporti, della pianificazione territoriale, dell’edilizia, dell’acqua, dei rifiuti, della gestione degli spazi verdi.
L’Europa finanzia diverse iniziative sul clima per le città attraverso CoM for Climate & Energy, Horizon Europe con le Missioni: Climate-Neutral and Smart Cities e Adaptation to Climate Change. La prima ha l’obiettivo di promuovere 100 città pilota verso la trasformazione sistemica per la neutralità climatica entro il 2030 per giungere alla neutralità climatica entro il 2050. La seconda missione ha l’obiettivo di sostenere almeno 150 regioni e comunità europee verso la resilienza climatica entro il 2030, supportando soluzioni innovative e scalabili.
L’Osservatorio “Smart City” dell’Università Bocconi attivo presso il centro di ricerca GREEN svolge attività di studio su diversi temi ritenuti prioritari: riqualificazione territoriale; efficientamento energetico del patrimonio edilizio; la trasformazione della mobilità urbana e dei trasporti nella relazione con il costruito; il ruolo delle ICT nella smart city; Smartness e sostenibilità dei materiali.
Lo scenario che si sta delineando con la rivoluzione digitale evidenzia l’importanza della base giuridica per l’utilizzo dei dati. Il mercato della digitalizzazione ha generato nuovi aspetti da regolamentare, uno su tutti il tema della tutela della privacy, che in Europa è regolato dal GDPR n. 2016/679 Regolamento Generale sulla protezione dei dati, adottato dall’Italia il 27 aprile 2016. Dal Regolamento emergono principi e concetti fondamentali. Alcuni di essi riguardano l’utilizzo e la condivisione dei dati, che deve avvenire a condizione che gli stessi siano di titolarità dell’interessato, che il mercato non può essere definito come negli anni ’50, bensì come un concetto unico di mercato economico-sociale, dove la tutela dei diritti umani assume grande importanza da difendere con apposite leggi. L’Europa tutela la democrazia e l’individuo, quale utente e non suddito, al quale spetta l’autorizzazione al trattamento dei dati. L’orientamento nel trattamento dei dati è quello di puntare su procedure di Partenariato Pubblico Privato, con un bilanciamento del 51% del privato e 49% del pubblico. I soggetti pubblici che raccolgono dati, aggregati, hanno l’obbligo di renderli in modalità open data a beneficio della collettività. L’attività di raccolta e gestione dei dati è molto onerosa, ed il “patrimonio dati” è paragonabile al patrimonio culturale con criticità simili di raccolta gestione, conservazione. (Prof. A. M. Gambino)
L’utilizzo dei dati apre le porte allo sviluppo dell’AI, l’intelligenza artificiale, dove appare chiaro l’importanza della base giuridica, ed il GDPR n. 2016/679 è in linea con l’evoluzione dei dati verso l’intelligenza artificiale.
Per regolamentare e gestire internet, ne vanno studiati i problemi e le soluzioni e innanzi tutto gli va data una definizione. Il mondo del WEB, all’interno dei quali si muovono i BIG DATA, e si sviluppa l’AI, può essere definito: “Docusfera e Infosfera” (Prof. M. Ferraris). Il filosofo ha evidenziato come il WEB non può esistere senza l’uomo e che pertanto all’interno della Biosfera, l’umanità ha a disposizione internet che è composto dalla “Docusfera” caratterizzato dalla presenza di documenti, all’interno della quale esiste la “Infosfera” caratterizzata dalla presenza delle informazioni, i cui fini sono generati dai bisogni. Il web è caratterizzato dalla registrazione. Infatti, nel mondo analogico la registrazione di un documento o di una informazione avviene successivamente alla loro realizzazione, in internet l’accesso è subordinato alla registrazione. Le piattaforme digitali, alle quali si accede attraverso la registrazione, potenziano la trasmissione dei dati. È importante capire come le piattaforme si capitalizzano. Infatti, i dati sono un bene ricapitalizzabile in base ai diversi bisogni e alle differenti capacità di rielaborarli. Nascono da qui diverse soluzioni al problema del trattamento dei dati quali la tassazione, la remunerazione o la premiazione per chi fornisce il dato, la gratuità, l’educazione etica.
L’elaborazione dei dati è alla base dell’intelligenza artificiale che consiste nell’imitazione da parte delle macchine delle funzioni umane. Le macchine artificiali decidono. L’AI consente alle macchine di prendere decisioni in tempi estremamente brevi, rendendo vana una decisione presa con tempi più lunghi. Pertanto, la robotica risulta molto più pervasiva dell’informatica perché affiancherà e sostituirà l’uomo. L’uso di algoritmi consente alle macchine di apprendere e decidere autonomamente. Le macchine sono in grado di predire rispetto all’uomo, e rispetto ad altre macchine. L’applicazione artificiale si può riscontrare oggi in stato avanzato nel settore dell’automobile, delle assicurazioni di veicoli, della medicina, della logistica.
Pertanto, parallelamente ai vantaggi della rivoluzione digitale, nascono altrettanti problemi che possono scaturire dalle progettazioni non accurate, dagli hackeraggi, dalla posposizione dell’uomo alla macchina. In tale contesto è necessario dotarsi di istituti giuridici ed amministrativi che disciplinino e garantiscano la democrazia e la sicurezza.
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