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Mezzogiorno: senza dubbio l’asset più importante su cui puntare

Verso  Sud:  La  strategia  europea  per  una  nuova  stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo” adotta un punto di vista innovativo per guardare al Sud Italia, identificare una nuova visione e agenda di sviluppo e, conseguentemente, modificarne il paradigma: da fanalino di coda d’Europa a snodo strategico e piattaforma di connessione per l’Europa nella macroarea di riferimento del Mediterraneo e del Mediterraneo Allargato

Il progetto “Verso Sud” è una piattaforma pubblico-privata a carattere internazionale che riunisce, in un unico Think Tank, le migliori imprese, istituzioni, nonché rappresentanti dell’accademia e della ricerca, allo scopo di costruire, valorizzare e comunicare una nuova idea di Paese. In particolare, gli obiettivi del progetto sono:

  • sviluppare un quadro di riferimento di sintesi strategica (“Libro Bianco”) sul tema delle potenzialità del Sud Italia nel quadro del Mediterraneo, individuando gli ambiti e i settori più rilevanti e collegati alle sfide e alle opportunità per cittadini, imprese e Istituzioni;
  • rafforzare il posizionamento del Sud Italia come territorio strategico e punto di riferimento nell’elaborazione di idee e proposte per il rilancio economico e sociale del Mediterraneo, nell’attuale quadro di politiche europee e nazionali;
  • attivare un dibattito di altissimo profilo e comunicare, con grande visibilità e incisività, i contenuti e le proposte del lavoro svolto, per sensibilizzare i business leader, le Istituzioni e i protagonisti della programma- zione territoriale circa le direzioni da intraprendere in tema di sviluppo economico, sociale e culturale del Sud Italia;
  • stimolare nuove e incisive relazioni multilaterali tra il Sud Italia e alcuni dei Paesi del Mediterraneo Allargato e ingaggiare realtà nazionali e multinazionali in un nuovo percorso di rafforzamento degli investimenti al Sud e di internazionalizzazione del sistema-impresa;
  • rilanciare l’immagine e l’attrattività del Sud Italia a livello internazionale.

Gli obiettivi del libro bianco sono raccolti in 10 punti chiavi che permetterebbero al Ministro per il Sud e la Coesione di affermare che il Mezzogiorno è senza dubbio l’asset più importante su cui puntare. Il libro bianco “Verso Sud” in questo modo diviene  uno strumento di lavoro funzionale all’enorme sforzo che si sta mettendo in piedi con il PNRR e i fondi di coesione.

I 10 messaggi chiave che emergono dal Libro Bianco “Verso Sud”

1. Il Mediterraneo allargato è sempre più una regione strategica a livello globale, qui dovranno trovare sintesi i principali trend e le più importanti sfide del nostro tempo

Il “Core” del Mediterraneo  include, nella prospettiva del Libro Bianco “Verso Sud”, 22 Paesi dell’UE, dell’area balcanica, del Medio Oriente e del Nord Africa, tutti accomunati dall’avere il bacino come area di riferimento. Il Mediterraneo Allargato, invece, include un totale di 45 Paesi e si estende dall’Oceano Atlantico al Golfo Persico. Il Mar Mediterraneo, pur coprendo soltanto l’1% della superficie dei mari mondiale, accoglie il 15,5% della popolazione globale, considerandolo nella sua accezione “Allargato” e il 14,5% del PIL. Il Mar Mediterraneo è, inoltre, punto d’incontro di 4 grandi aree geoeconomiche: l’African Continental Free Trade Area (AfCTA), l’Unione Europea, il North American Free Trade Agree- ment (NAFTA) e il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP).

Negli ultimi mesi poi, sembra prendere sempre più forma la  dimensione mediterranea delle rotte commerciali che,  a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina hanno visto interrotte quelle eurasiatiche continentali  a favore del  Mar Rosso e della rotta Cina-Asia Centro-occidentale-Turchia.

2. Nella regione del Mediterraneo allargato, il Sud Italia risulta essere competitivo e attrattivo

Il libro bianco “Verso Sud” poggia le sue prospettive di sviluppo sull’analisi socioeconomica dell’area per comparare, in chiave innovativa, il Sud Italia con i Paesi del Mediterraneo e tre aree benchmark (media della sponda Nord del Mediterraneo, della Sponda Sud e del Mediterraneo Allargato) lungo 4 domini di analisi: economico, sociale, energetico e dell’innovazione. L’analisi ha studiato 22 Key Performance Indicator (KPI) per 42 Paesi e 20 Regioni su un orizzonte di 10 anni.Ne è risultato un indice sintetico per ciascun dominio di analisi, che assegna un punteggio da 0 (worst performer) a 1 (best performer) a ciascun Paese. Il Sud Italia si posiziona nella Top-10 per ciascuna delle 4 dimensioni.

3. Una nuova agenda di sviluppo per il Sud Italia deve basarsi su una visione innovativa e condivisa, che parta dal riconoscimento del ruolo strategico e centrale del Sud Italia nel Mediterraneo, come piattaforma strategica di congiunzione tra le due sponde e attore chiave per vincere le sfide che interessano la regione

La proposta di visione per un Sud Italia protagonista dello scenario Euro-Mediterraneo è: “Essere cerniera tra Europa e Mediterraneo Allargato, contribuendo costantemente a disegnare, interpretare e realizzare il piano di un’Europa protagonista dei grandi cambiamenti geopolitici, economici e sociali che influenzano la costruzione di una società mediterranea vasta più forte, giusta e coesa.

Al centro di questa visione vi è la consapevolezza della posizione geografica privilegiata di cerniera tra Europa e Africa e centro della macro-area del Mediterraneo Allargato. A favore gioca la crescente collaborazione sovra-nazionale tra i Paesi del Mediterraneo e adottando un piano di Politica Industriale più moderno, coraggioso e poli- centrico e il desiderio censito delle imprese, delle Università e dei cittadini del Sud, di processi partecipati di sviluppo in otto ambiti. Gli otto ambiti identificati includono sei temi-guida per il rilancio del Sud nel quadro euro-mediterraneo:

    • il ruolo centrale dell’Economia del Mare per la competitività, attrattività e crescita del Sud Italia e del Mediterraneo;
    • i nuovi corridoi energetici e la sfida della green transition come cardini del Mediterraneo del futuro;
    • gli investimenti infrastrutturali e il nuovo modello di valutazione per dispiegarne gli effetti positivi;
    • lo sviluppo del settore turistico a beneficio dei territori, per un Sud più attrattivo nel Mediterraneo;
    • le specializzazioni produttive nelle nuove catene globali del valore;
    • il Sud Italia come centro di competenze per le Università dell’area Mediterranea

4. Il Sud Italia, alla luce dell’importanza dei suo porti, del suo posizionamento e delle sue competenze distintive, deve affermarsi come piattaforma marittima di congiunzione tra Europa e Mediterraneo, e diventare leader nell’Economia del mare, nei settori dei trasporti, della cantieristica e della formazione

L’Economia del Mare rappresenta già oggi un comparto particolarmente rilevante per il Sud Italia; i porti del Sud Italia vantano numerosi primati nazionali e internazionali: rappresentano il 46% del traffico merci via mare italiano1 e contribuiscono all’internazionalizzazione delle imprese. Il 64% dell’import-export del Sud Italia avviene infatti via mare (contro il 36% del Centro-Nord). I porti del Sud Italia sono inoltre rilevanti anche nel traffico passeggeri: pesano per il 33% del traffico crocieristico nazionale e molti nuovi terminal crocieristici sono stati pianificati al Sud. In quest’ambito, si propone, tra gli altri, di rendere i porti del Sud Italia vere e proprie piattaforme per lo sviluppo dei territori in chiave industriale e produttiva, assegnando un ruolo centrale e competenze adeguate alle autorità portuali, così che possano agire da veri e propri player di mercato.

Si propone altresì di rivedere la governance complessiva, istituendo ad esempio un organismo centrale di coordinamento. Altra priorità riguarda il completamento e l’ulteriore sviluppo delle infrastrutture portuali (fondali, collegamenti intermodali, …), anche in chiave digitale. Sotto il profilo delle competenze, si propone di creare un’Academy formativa nella cantieristica.

5. Il Sud Italia deve affermarsi come hub energetico della regione mediterranea, mettendo in connessione la sponda Sud con l’Europa e assumendo la leadership di una strategia regionale energetica e di contrasto al cambiamento climatico

Il Sud Italia può diventare protagonista della green transition e delle nuove rotte dell’energia nel quadro Euro-Mediterraneo: è infatti il “serbatoio” di rinnovabili del Paese, già oggi produce il 52,3% della quota nazionale di eolico, solare e bioenergie e può offrire un eccellente contributo al raggiungimento dei target di decarbonizzazione. Il Sud Italia ha anche una vocazione naturale nell’affermarsi come ponte di collegamento energetico tra Europa e Sud Mediterraneo, grazie ai gasdotti e alle tratte marittime che su di esso insistono

6. Lo sviluppo infrastrutturale è un cardine per la crescita e la competitività del Sud Italia, sia con riferimento alle infrastrutture fisiche e di mobilità in chiave intermodale, sia considerando le infrastrutture digitali. Occorre tuttavia identificare modalità innovative per la pianificazione degli investimenti e degli interventi infrastrutturali che superi la mera logica economica incentrata sui costi e sul breve periodo

Le infrastrutture rappresentano oggi un nodo critico per il Sud Italia. Tra i porti del Sud, solo 7 su 34 sono collegati all’Infrastruttura Ferroviaria Nazionale (pari al 21% del totale, contro una media del 37% in Italia e del 71% nel Centro Nord). Tra i porti Core del Sud (ovvero i nodi principali al centro della rete europea TEN-T), ve ne sono 5 (su 7) non collegati all’infrastruttura ferroviaria. Al Sud Italia sono peraltro presenti solo 5 interporti contro i 16 del Nord Italia.

Margini di sviluppo si presentano anche considerando il grado di infrastrutturazione digitale del Sud Italia. Nel 2020 tutte le Regioni del Sud si posizionano, infatti, nella parte bassa della classifica europea che misura il grado di digitalizzazione (DESI Regional Index). Inoltre, il Sud Italia ospita solo 10 Data Center, pari al 13% nazionale e 4 Regioni ne sono totalmente sprovviste (Molise, Basilicata, Calabria e Sar- degna).

7. Serve una nuova strategia per il turismo che posizioni il Sud Italia come destinazione di riferimento nel Mediterraneo. Questa dovrà avere come obiettivi la destagionalizzazione dei flussi, la creazione di valore sul territorio, un marketing territoriale integrato e lo sviluppo di prodotti innovativi e competitivi a livello internazionale

Il Sud attrae meno turisti stranieri rispetto al resto del Paese: il 18,5% del totale nazionale. L’incidenza di stranieri sul totale dei turisti si ferma poi al 37,7% nel Sud Italia contro il 49,5% a livello nazionale. Il Sud Italia sia prima area in Italia con 138 prodotti con marchi registrati, presentando un offerta che già oggi ha il potenziale per rispondere alla crescente domanda di sostenibilità e autenticità delle esperienze turistiche. Necessario tuttavia ridurre la forte stagionalità, (indice medio di sta- gionalità pari a 3,3 vs. 2,5 Italia) sviluppando prodotti che vadano oltre il turismo balneare a basso valore aggiunto e ricadute per i territori. Va anche migliorata l’offerta di servizi (solo il 17,1% delle strutture ricet- tive italiane è nel Sud) e di collegamenti, oltre che la dotazione digitale.  Il libro bianco propone di investire per preservare, restaurare e valorizzare il patrimonio naturalistico e culturale del Sud Italia e connettere tra loro i Borghi Storici, per sviluppare un’offerta turistica e prodotti integrati tra diversi Comuni e Regioni del Sud Italia, e per realizzare una strategia crocieristica per il Sud Italia integrata. Propone inoltre di realizzare le infrastrutture hard e soft abilitanti lo sviluppo del settore turistico nel Sud Italia, partendo da un programma di incentivazione della trasformazione digitale per gli operatori del settore turistico e creando un’Academy di eccellenza per le professioni turistiche nel Sud Italia (Alta Scuola Mediterranea sul Turismo). Infine, propone di potenziare le attività di marketing territoriale e di destination management su scala mediterranea, anche realizzando una partnership di Sistema tra l’Italia e alcuni Paesi dell’area, per sviluppare sinergie tra operatori del settore turismo e territori.

8. Lo sviluppo manifatturiero e l’attrazione di investimenti produttivi, a partire dai settori chiave per l’economia del Sud Italia, possono avere ricadute positive anche per il resto del Paese e devono essere supportati dal pieno e rapido sviluppo delle ZES come leva di politica industriale

Il Sud ospita un ecosistema di poli industriali e imprese di grandi dimensioni, leader in Italia e nel Mondo, con specializzazioni industriali rilevanti in settori quali: aerospazio, automotive, abbigliamento-moda, agroalimentare e farmaceutico. Il Mezzogiorno è anche un rilevante player nella filiera bioeconomica nazionale. Le aziende meridionali si inseriscono infatti nelle catene del valore nazionali (ed internazionali) come fornitori a monte nel- la filiera di fornitura, generando valore ben oltre le economie territoriali di riferimento. Nel manifatturiero, 100 Euro investiti nel Sud Italia generano una ricaduta aggiuntiva di 58 Euro nel resto del Paese (Centro-Nord).

Per valorizzare il ruolo del Sud come hub manifatturiero del Paese, in Europa e nel Mediterraneo, si propone di identificare, a partire da grandi player capofiliera, opportunità di sviluppo di poli industriali tecnologici nel Sud Italia, partendo dai settori e dagli ambiti strategici identificati dalla nuova politica industriale UE. Si propone anche di lanciare un partenariato sulla sicurezza alimentare tra i Paesi dell’area mediterranea, identificando alcune produzioni-pilota.

9. Il nodo delle competenze rischia di frenare la realizzazione della nuova agenda per lo sviluppo del Sud Italia, e può essere risolto solo con una forte azione a livello regionale, coinvolgendo l’Europa, i Paesi della sponda Sud, a partire dalle università promuovendo la collaborazione tra atenei, e potenziando il ruolo degli ITS

Gli attuali trend demografici pongono sfide chiave per il futuro del Mediterraneo. Si pensi che, mentre i Paesi appartenenti alla Sponda Sud tra il 2020 e il 2050 vedranno aumentare la propria popolazione, complessivamente, di 109 milioni di abitanti, quelli della Sponda Nord vedranno un aumento di soli 1,4 milioni di abitanti. L’UE vedrà invece un calo di 21,5 milioni di abitanti, di cui 5,5 in Italia e 3,5 nel Sud Italia. Nello stesso periodo, il Sud Italia rischia di passare dall’essere l’area più giovane d’Italia alla più anziana. Al tempo stesso Europa, Italia e Meridione si scontrano con il problema della carenza di competenze di alto livello/specialistiche, soprattutto legate alla trasformazione digitale, con riferimento alla P.A. e a tutti i settori chiave sin qui identificati. Scarseggiano anche le competenze di medio livello. Ne deriva la necessita di promuovere il rilancio degli Atenei e dalla loro valorizzazione  in  reti.la formazione vocazionale deve essere potenziata lo scambio di conoscenza e le sinergie tra gli Atenei del Sud Italia e dei Paesi nell’area mediterranea

10. La governance e la comunicazione della nuova agenda di sviluppo per il Sud Italia nel Mediterraneo sono fattori abilitanti per la realizzazione della visione. Occorre infatti avviare una revisione della governance partendo dagli attori coinvolti nella realizzazione della nuova agenda e lanciare una strategia di comunicazione che trasformi positivamente la percezione del Sud all’estero

Per contrastare frammentazioni, duplicazioni e incoerenze che ledono la governance dello sviluppo, il Libro Bianco “Verso Sud” propone di rafforzare i poteri di coordinamento del Ministero per il Sud e la Coesione territoriale. Al tempo stesso, il Governo dovrà lavorare in tutte le sedi opportune per intestare all’Italia la leadership – all’interno del framework UE – delle politiche mediterranee di sviluppo e cooperazione. Il Libro Bianco inoltre propone un percorso di comunicazione Paese complessivo basato sul concetto della diversità del Sud Italia, #sudisdifferent, sia in termini di unicità e distintività, sia con riferimento all’alterità della regione rispetto agli stereotipi comunemente diffusi in Italia e all’estero.

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