La Commissione ha pubblicato l’indice di competitività regionale (RCI). In una versione completamente riveduta questo strumento ormai consolidato misura le diverse dimensioni della competitività per tutte le regioni dell’UE.
L’RCI 2.0 mostra che esistono ancora grandi differenze tra le regioni dell’UE, ma anche che le regioni meno sviluppate hanno migliorato la loro competitività.
Ad essere le più competitive sono le regioni di Utrecht, Zuid-Holland e la regione della capitale francese dell’Île-de-France.
Le regioni meno sviluppate stanno recuperando terreno
Tra le edizioni 2016 e 2022 dell’indice, la competitività regionale è migliorata nelle regioni meno sviluppate, mentre la performance delle regioni in transizione è stata più eterogenea.
I valori più bassi sono tuttavia ancora concentrati nelle regioni meno sviluppate degli Stati membri orientali dell’UE, seppur si registra un miglioramento delle prestazioni. Tra le edizioni 2019 e 2022, la maggior parte delle regioni orientali dell’UE ha continuato a recuperare terreno, compresi gli Stati baltici, la Croazia, l’Ungheria, la Polonia e la Slovenia. Tuttavia, parti di Cechia, Romania, Slovacchia e Bulgaria si sono allontanate ulteriormente dalla media dell’UE.
Nell’UE meridionale, le regioni del Portogallo, della Spagna e della maggior parte della Grecia hanno migliorato i propri risultati (sebbene quest’ultima partendo da livelli molto bassi), ma la maggior parte delle regioni dell’Italia e di Cipro si è discostata dalla media dell’UE. Il mezzogiorno d’Italia in particolare registra un indice che varia dai 58.9 della Calabria ai 69.3 della Campania, valori ancora troppo bassi se pensiamo che al vertice della classifica l’indice raggiunge i 150,9 nella Regione dell’Utrecht (Paesi Bassi).
Le regioni delle capitali sono le più competitive in tutti gli Stati membri. Ma questo non vale per l’Italia, che insieme a Germania e Paesi Bassi presenta dati poco confortanti. Il divario tra le regioni in alcuni casi è particolarmente ampio come in Francia, Romania e Slovacchia.
I paesi più competitivi tendono ad avere un divario minore tra la regione capitale e le altre regioni. Segno di una politiche ed investimenti pubblici che promuovono la convergenza verso l’alto, che aiuta le regioni meno competitive a migliorare le proprie prestazioni e recuperare il ritardo, garantendo nel contempo che le regioni più competitive continuino a prosperare.
Le regioni più competitive sono quelle che hanno vantaggi significativi
Nelle regioni più competitive, il PIL pro capite è più alto, le donne hanno condizioni migliori, conseguendo migliori performance occupazionali. Anche il tasso dei NEET è più basso. La facilità di trovare impieghi in queste Regioni, attrae inoltre molti giovani neolaureati.
La politica di coesione gioca un ruolo fondamentale per accrescere la competitività regionale dell’UE
I margini di miglioramento sono ancora molto ampi, e i risultati dell’RCI 2.0 mostrano come le regioni dell’UE abbiano ancora bisogno del sostegno dell’UE per migliorare la loro competitività e ridurre i divari tra loro. La politica di coesione resta infatti la principale politica di investimento dell’UE per sostenere le regioni in termini di creazione di posti di lavoro, competitività delle imprese, crescita economica, sviluppo sostenibile e per migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Competitività e RCI Index 2.0 di cosa stiamo parlando
La competitività regionale è la capacità di una regione di offrire un ambiente attraente e sostenibile per
imprese e residenti a vivere e lavorare.
L’European Regional Competitiveness Index (, RCI 2.0) nasce nella sua prima versione del 2010. L’edizione 2022 si basa su 68 indicatori, di cui 48 al livello regionale. L’RCI è composto da tre sottoindici: “Base”, “Efficienza” e “Innovazione” – e di 11 pilastri che descrivono i diversi aspetti della competitività.
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