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Confindustria: check-up Mezzogiorno

Il Check-Up Mezzogiorno 2023, è l’analisi congiunturale sullo stato di salute dell’economia meridionale realizzato annualmente da Confindustria e SRM (centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo).

Le  dinamiche congiunturali che Check-up Mezzogiorno evidenzia, mostrano un Mezzogiorno resiliente alle crisi degli ultimi anni e con rilevanti potenzialità di rilancio. Le stesse dinamiche, tuttavia, non consentono di superare le complessità strutturali dell’area.

L’analisi intercetta i tre i grandi fattori di sviluppo su cui il Mezzogiorno deve ancora esprimersi. Si tratta delle c.d. 3C:

  • Competenze: dalla formazione all’innovazione;
  • Connettività: attraverso adeguate infrastrutture di connessione stradale, ferroviaria, portuale e aerea, ma anche e soprattutto digitale e tecnologica;
  • Competitività delle imprese: legato al tema della densità e dell’intensità imprenditoriale.

Da qui la necessità di interventi mirati capaci di rafforzare l’economia del Mezzogiorno sostenendo gli investimenti per le transizioni e l’occupazione di qualità, a beneficio dell’economia meridionale e,
di riflesso, di quella nazionale.

In tale contesto, a giocare un ruolo centrale è il PNRR, recentemente modificato in seguito al negoziato tra il Governo e la Commissione Europea. La riprogrammazione del PNRR ha comportato il definanziamento di alcune linee di investimento ritenute non realizzabili nei tempi previsti e la loro sostituzione con nuovi progetti, considerati più coerenti con le mutate esigenze e l’effettiva capacità di raggiungimento dei target da parte delle Amministrazioni.

La centralità del PNRR rimodulato è dettata dal ruolo che, insieme alle risorse attivate con la ZES unica, rappresenta lo strumento a sostegno degli investimenti produttivi per il 2024, fondamentali per la crescita
del Paese ma ancor di più per quella del Mezzogiorno.

Infatti, 12 dei circa 14 miliardi di nuove misure e risorse aggiuntive,  sono destinati alle imprese. Risorse che dovranno pur sempre essere investite per la riduzione dei divari che rappresenta la prima vocazione del PNRR. Diventa quindi essenziale garantire il rispetto della clausola di destinazione al Mezzogiorno del 40% delle risorse allocabili sul territorio.

Si attendono inoltre altri  strumenti a supporto della policy per lo sviluppo del Mezzogiorno che si attiveranno in seguito all’approvazione del DL Sud (DL n. 124/2023), ed in particolare la
revisione del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) e l’istituzione della Zona Economica Speciale (ZES) Unica per il Mezzogiorno, che dal 1° gennaio 2024 sostituirà le otto ZES esistenti.
La ZES Unica estenderà a tutto il Mezzogiorno i vantaggi dell’attuale modello delle ZES.

Il DL Sud interviene anche sulla politica di coesione nazionale, apportando modifiche all’operatività e alla governance del Fondo Sviluppo e Coesione, con l’intento di migliorarne le performance di spesa.

Infine, alle risorse del FSC si accompagnano quelle dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei. I dati sull’attuazione dei programmi 2014-2020 finanziati dal FESR e dal FSE al 31 agosto 2023 fotografano una situazione in cui, dei 65,8 miliardi di euro stanziati (comprensivi delle risorse dei programmi IOG, CTE e REACT EU), risultano impegnati e pagati rispettivamente il 93% e il 65%, con un residuo di risorse ancora da spendere pari al 34,5% (22 miliardi).

Alla luce di tale contesto di policy, l’analisi del Check-up Mezzogiorno 2023 conferma alcuni segnali positivi e una generale tenuta delle imprese rispetto a quanto emerso nell’edizione 2022.

L’indice sintetico dell’economia meridionale per il 2023, che tiene in considerazione le principali variabili macroeconomiche, risulta in crescita per il terzo anno consecutivo, dopo il crollo registrato nel 2020. Il valore stimato per il 2023 è pari a 534,9, ossia 8,8 punti in più rispetto al dato dell’anno precedente.

Anche la stima sul dato relativo agli investimenti al Sud è molto positiva, crescendo di 4 punti percentuali rispetto al 2022 e di ben 17 rispetto al 2019, a conferma di una dinamica in crescita che che necessità ancora di essere  rafforzata attraverso adeguate politiche di sostegno all’attività di impresa.

Il clima di fiducia delle imprese nel 2023 ha presentato un carattere altalenante, frutto dell’incertezza legata agli aspetti più critici dello scenario economico e geopolitico. Nonostante ciò il Mezzogiorno resta l’area dove si registra un clima di fiducia più alto, a differenza ad esempio, con quello del Nord-Est, dove esso è costantemente diminuito nel corso del 2023.

Anche l’indicatore sui bandi di gara  per i lavori pubblici è molto positivo. Esso presenta un accelerazione in termini d’importi banditi, grazie al consistente numero di gare pubblicate nell’ambito degli investimenti previsti dal PNRR. Complessivamente, nonostante la frenata registrata nei primi mesi dopo l’approvazione del Codice Appalti (luglio 2023) il valore dei primi 10 mesi resta positivo, con un aumento del 39,4% nel numero e del 73,1% nell’importo, rispetto allo stesso periodo del 2022.

La lettura dei dati conferma che le condizioni di contesto sono favorevoli ad un processo di sviluppo del Mezzogiorno. L’attuazione della spesa dei fondi strutturali presenta qualche criticità che non vanno ricercate esclusivamente nella capacità amministrativa delle Autorità di Gestione Regionali, ma anche Centrali.

Lo sviluppo del Mezzogiorno passa attraverso l’utilizzo efficiente delle risorse pubbliche. E’ necessario ora un rapido avvio del percorso di razionalizzazione delle risorse PNRR e dei Fondi di Coesione attraverso gli strumenti del DL Sud. Un processo di razionalizzazione che dovrebbe mettere al centro gli investimenti per le imprese con il coinvolgimento attivo del partenariato economico e sociale.

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